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L’edificio per le funzioni funebri inaugurato nel 2005 presso il cimitero storico di San Michele a Zugo riflette i costanti cambiamenti della cultura funeraria. (Foto Regine Giesecke)

Cimiteri e cultura funeraria

I cimiteri sono luoghi di raccoglimento, il cui adattamento alle esigenze di oggi deve essere condotto con grande sensibilità. L’ultimo numero della rivista «Heimatschutz/Patrimoine» offre spunti su come preservare e sviluppare in modo rispettoso questi beni culturali. Innanzitutto è necessario un inventario federale.

Il numero 3/2019 della rivista bilingue per i membri «Heimatschutz/Patrimoine» con la consueta «Finestra in lingua italiana» contiene i seguenti contributi sul tema dei cimiteri e della cultura funeraria. 

  • Ogni tomba è un monumento: in un’intervista, Lambrini Koutoussaki ci spiega la necessità di un inventario svizzero dei cimiteri e illustra come la cultura funeraria si trasformi rapidamente nel tempo. 
  • Modernità radicale del dopoguerra: con Daniela Saxer scopriamo invece che dopo la Seconda guerra mondiale la pressione demografica costrinse le autorità a seppellire i defunti in periferia, come nel caso del cimitero di Eichbühl, nel quartiere zurighese di Altstetten.
  • Non celebrare la solennità della morte: Christian Bischoff, ci racconta il movimentato episodio della costruzione della cappella del Cimetière des Rois di Ginevra negli anni Cinquanta. 
  • Un luogo di storia e di tranquilla bellezza: Brigitte Moser ci conduce in un viaggio nel passato del cimitero di San Michele a Zugo, risalente all’alto medioevo, e ci mostra come nel corso del tempo esso si è adattato alle esigenze delle successive generazioni.

Sempre in questo numero: la doppia iniziativa per la biodiversità e per il paesaggio, l’opposizione al progetto di un terzo binario della ferrovia attraverso la città di Bellinzona e altro ancora. 

Per informazioni e domande:

Peter Egli, redattore, tel. 044 254 57 00, peter.egli@heimatschutz.ch