Dopo l’occupazione dei piani superiori da parte dell’Heimatschutz Svizzera, che a inizio giugno vi ha sistemato il proprio Segretariato generale, ha oggi luogo la vernice che inaugura l’esposizione permanente a pianterreno. Per Philippe Biéler, Presidente dell’Heimatschutz Svizzera, questo evento rappresenta una pietra miliare nella storia dell’associazione, che riesce finalmente a dare uno spazio privilegiato alla mediazione nel campo della cultura architettonica. Oliver Martin, Direttore della Sezione patrimonio culturale e monumenti storici dell’Ufficio federale della cultura (UFC), sottolinea l’urgenza di sensibilizzare i giovani di oggi, domani chiamati a prendere decisioni importanti, sull’ambiente costruito. È questo il motivo che ha spinto l’UFC a sostenere la gestione del Centro con un contributo annuo, che l’Heimatschutz Svizzera si impegna a completare reperendo mezzi finanziari supplementari.
Il perno del Centro è l’esposizione permanente Vedere e capire la cultura architettonica che presenta l’importante tema dell’architettura sotto tre angolature. «Con lo sguardo dall’alto, presentiamo i cambiamenti che hanno interessato il paesaggio, con lo sguardo ad altezza d’uomo illustriamo l’approccio con i nostri beni architettonici e con lo sguardo focalizzato sul particolare attiriamo l’attenzione del pubblico sul dettaglio artigianale. Per riuscire a promuovere una miglior conoscenza di questo settore, com’è nei desideri dell’Heimatschutz Svizzera, sono necessari tutti questi tre sguardi», afferma Karin Artho, Direttrice del Centro Heimatschutz e co-curatrice dell’esposizione. L’allestimento della mostra e i colori usati conferiscono a questi spazi una benefica freschezza. I visitatori vengono per così dire costantemente interpellati e incoraggiati a riflettere e agire, così da rendere la cultura architettonica qualcosa di vivo.
La seconda grande attrazione è il contenitore stesso del Centro Heimatschutz, la Villa Patumbah, eretta nel 1885. Si tratta di un bell’esempio di architettura storicista, restaurata in modo ammirevole, e con un parco che può essere considerato un antesignano dell’architettura paesaggistica. L’edificio consente di sensibilizzare il pubblico sull’importanza dei particolari in un’opera architettonica e di mostrare come un bene architettonico possa avere un futuro, a condizione di avere un proprietario impegnato e di trovargli una destinazione adatta. Il Centro Heimatschutz non avrebbe potuto trovare uno scenario migliore.
Le vicende che hanno caratterizzato la movimentata esistenza della villa forniscono la materia prima ideale per la terza attrazione offerta: la visita teatrale. Le scolaresche o i gruppi potranno compiere una visita guidata accompagnati dal maggiordomo Johann, che spiegherà le origini del nome Patumbah, racconterà chi ci ha vissuto e chi la occupa ora. La sa lunga, il maggiordomo Johann: lavora lì in villa da 130 anni! La visita teatrale è condotta in svizzero-tedesco da attori professionisti capaci di trasmettere con levità e arguzia tutta una serie di informazioni. Le scolaresche possono pure organizzare un laboratorio pratico allo scopo di imparare a rispondere agli interrogativi che possono sorgere attorno a un’opera architettonica e a capire che cosa conferisce a una costruzione un carattere particolare. L’offerta generale verrà progressivamente ampliata e attualizzata focalizzando di volta in volta particolari temi centrali. Il Centro è dunque destinato a diventare un luogo vivo di scambio e di formazione.
Karin Artho, Direttrice Centro Heimatschutz, 044 254 57 90
Altre informazioni: www.heimatschutzzentrum.ch (ted./fr.)