Viviamo in un periodo di demolizione sfrenata. Mai nella storia europea si è assistito a una tale ondata di distruzione di edifici. E questo processo potrebbe perdurare ancora lunghi anni.
Se la ricerca di una maggiore redditività è sempre stata il principale motore delle demolizioni, l'attuale crisi energetica sta spingendo alcuni ambienti a chiedere la sostituzione accelerata degli edifici esistenti con nuove costruzioni a minor consumo energetico. In particolare, nel progetto di legge sul CO2 figura una disposizione che offre un «bonus», sotto forma di aumento del coefficiente d'uso, a qualsiasi proprietario che desideri sostituire il proprio edificio. Tale «premio» incoraggerebbe ulteriormente la demolizione e la ricostruzione, a scapito della conservazione degli edifici, anche di quelli protetti.
L'aspetto più scandaloso è che simili proposte vengono presentate con l'obiettivo dichiarato di ridurre il consumo energetico e proteggere il clima, quando i peggiori sprechi nel settore immobiliare sono causati proprio dalla sostituzione degli edifici esistenti. In effetti, quasi il 75% delle emissioni di CO2 deriva dalla demolizione e dalla ricostruzione, e solo il 25% dall’utilizzo della durata di 50 anni. Gli ordini di grandezza sono simili per il consumo energetico. In breve, demolire e costruire costa molto di più in termini energetici rispetto all’utilizzo di un edificio nel corso della sua vita. Oltre allo spreco, va sottolineato che l’essenziale dei rifiuti non riciclabili che finiscono in discarica proviene dalle demolizioni.
Il miglior rimedio per salvare il clima consisterà quindi nella maggiore durata dell’utilizzo del patrimonio edilizio esistente e nell’ottimizzazione del suo consumo energetico. La riconversione e il riutilizzo salveranno anche case e siti meritevoli di tutela e, di riflesso, l'identità delle nostre città e dei nostri villaggi.
Una nuova cultura della longevità deve quindi sostituirsi al circolo vizioso di demolizioni e ricostruzioni che si susseguono ad un ritmo sempre più rapido. L’adeguamento delle case esistenti alle nuove esigenze abitative ed energetiche, così come ai bisogni economici e sociali costituirà la sfida del futuro. Perciò, a maggior ragione, sarà importante prevedere gli usi futuri di un nuovo edificio al momento stesso dell’inizio della sua costruzione.
La cosiddetta energia grigia sarà l'energia «d'oro» del futuro. Un maggiore rispetto per gli edifici esistenti consentirà di risparmiare valori tanto materiali quanto immateriali e di trarne beneficio a lungo termine.
Per tutti questi motivi, Patrimonio svizzero sosterrà tutte le iniziative volte a migliorare la conservazione delle risorse nel settore edilizio.
Con lo stesso spirito, Patrimonio svizzero si batterà contro qualsiasi nuova legislazione che incentivi il ritmo devastante delle demolizioni.
Infine, Patrimonio svizzero sosterrà il cambiamento di paradigma verso una cultura edilizia più attenta alle risorse
Adottato dalla Conferenza dei/delle Presidenti di Patrimonio svizzero il 26 novembre 2022 a Bienne
Per salvare il clima, Patrimonio svizzero dice no alle demolizioni e chiede conversioni più rispettose delle risorse
Adottato dalla Conferenza dei/delle Presidenti di Patrimonio svizzero il 26 novembre 2022 a Bienne
Stefan Kunz, Segretario generale di Patrimonio svizzero,
stefan.kunz(at)heimatschutz.ch, T 079 631 34 67